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Il sondaggio Cna: bene chi esporta, ma sono ancora troppo pochi.
Il mercato degli appalti pubblici non sorride ad artigiani e piccole imprese

Positivo l’alimentare, soffrono moda e costruzioni

“Un anno positivo per le imprese alimentari, soffrono le aziende delle costruzioni e della moda” Claudio Pazzaglia, Responsabile Area Economico Sindacale Cna Bologna, commenta l’indagine sulle imprese.

Nel sondaggio, Cna ha chiesto alle sue imprese come sono andati i fatturati nell’ultimo semestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: per il 32% dell’imprese sono diminuiti, per il 44% sono rimasti stabili, il 24% delle aziende ha registrato un aumento. E’ un risultato non entusiasmante, ma certamente migliore dello scorso anno in cui si registravano diminuzioni di fatturato per il 46% delle aziende intervistate.

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Cosa vi aspettate dai primi mesi del 2016, è stato poi chiesto. Il 48% prevede una stabilità del fatturato rispetto al 2015, per il 35% delle imprese il fatturato diminuirà, il 17% prevede una crescita. Anche in questo caso mettendo a confronto lo stesso sondaggio realizzato nello stesso periodo dello scorso anno, le previsioni sono lievemente più ottimistiche (la crescita era prevista solo dal 13% delle imprese).

Per quanto riguarda le previsioni sul personale, il 78% prevede che rimarrà stabile, il 14% pensa che dovrà ridurlo, l’8% ha intenzione di aumentarlo. Utilizzando il confronto col sondaggio dello scorso anno, anche in questo caso vi è un lieve miglioramento (la crescita era prevista dal 6% delle imprese, la riduzione dal 16%). Le imprese continueranno ad investire: il 49% dichiara di non rinunciare ad investimenti programmati in precedenza, il 36% li rinvierà e il 15% dovrà cancellarli. Sugli investimenti il confronto con lo scorso anno è lievemente peggiore (il 51% confermava gli investimenti programmati).

Ma quali sono gli aspetti che minacciano gli artigiani e le piccole e medie imprese bolognesi? Dal sondaggio esce nuovamente un plebiscito (qui le risposte erano multiple): l’80% dichiara espressamente che è l’elevata tassazione a mettere in crisi la propria attività; il 44% delle imprese ha visto ridurre gli acquisti e la richiesta di servizi da parte dei propri clienti storici; per il 44% il clima di sfiducia generale non aiuta la ripresa; il 37% lamenta un’insolvenza dei propri clienti.

Quali sono dunque gli interventi che le aziende ritengono maggiormente urgenti? Anche a questa domanda, (sempre con risposta multipla), la reazione è praticamente corale: l’89% chiede a gran voce una riduzione della pressione fiscale. La riduzione della burocrazia è l’altro grande tema che interessa il 73% delle imprese, il 19% chiede sostegno nell’individuare nuovi business, il 18% vorrebbe maggior credito dalle banche.

Nel sondaggio di quest’anno sono poi stati indagati due focus: l’export e gli appalti pubblici. Per quanto riguarda l’export sono stati analizzati i settori alimentare e moda, da cui risulta che il fatturato per l’export è salito dell’11% per l’alimentare e del 17% per la moda. Peccato che in media solo tre imprese su dieci si affacciano ai mercati esteri.

Sul mercato degli appalti pubblici sono stati sottoposti a sondaggio i settori delle costruzioni e delle installazione e impianti. Purtroppo il fatturato relativo agli appalti è diminuito del 23% per i costruttori e del 15% per gli impiantisti, ma soprattutto sette imprese su dieci non accedono nemmeno a questo mercato.

Analizzando infine i singoli settori, emerge che:

  • l’alimentare ha realizzato le performance migliori, con il 37% delle imprese che ha visto crescere il proprio fatturato e con il 27% che prevede un ulteriore aumento nel 2016.

  • Le costruzioni continuano a soffrire, per il 41% il 2015 ha significato una diminuzione del fatturato e per il 54% andrà anche peggio nel 2016.

  • Anche la moda non sorride: il 64% delle imprese ha visto il segno meno nel fatturato 2015, il 2016 dovrebbe andare un po’ meglio con diminuzione di fatturato “solo” per il 25% delle aziende.

  • La produzione ha vissuto un 2015 interessante, il 36% ha visto aumentare il proprio fatturato, ma il trend pare che non prosegua quest’anno in quanto solo il 17% pensa che il proprio fatturato possa salire.

  • Stessa dinamica per gli autoriparatori: una crescita di fatturato nel 2015 per il 29% delle aziende, una previsione positiva per il 2016 solo per il 14%.

  • Anche il settore trasporti è tra quelli in maggiore sofferenza, con cali di fatturato nel 2015 per il 28% delle imprese e per il 2016 sono previste diminuzioni di fatturato per il 44% degli intervistati.

  • Stanno meglio gli impiantisti che hanno visto un 2015 in crescita per il 25% delle aziende, mentre per il 2016 le previsioni sono meno positive

  • Molto dinamico il settore della comunicazione e del terziario avanzato dove il 27% delle aziende prevede una crescita di fatturato

  • Infine gli acconciatori e gli estetisti non hanno avuto un 2015 particolarmente brillante, visto che il 43% ha dichiarato un calo di fatturato. Il 56% nel 2016 prevede una stabilità.